Suscita interesse e attrazione quando uno chef valorizza il pescato locale e in particolare il “pesce dimenticato”, quello che solitamente è poco richiesto dai più perché sconosciuto e ritenuto anche di poco valore.
Michelangelo Rongo ama le sfide e in particolare desidera sperimentare e provare i pesci meno noti, proponendoli anche come stimolo culturale, non solo gastronomico. Si emoziona di fronte all’arrivo del pescato più insolito (murene comprese), che lui sceglie senza intermediari. E si appassiona quando ha di fronte i pesci azzurri che lo illuminano e lo emozionano con la loro freschezza. Sono proprio quei pesci “poveri” che a lui offrono spunti e stimoli per cucinarli e poi offrirli ai commensali incuriositi e stanchi delle solite orate e branzini, che si trovano ovunque.
Solitamente Michelangelo con il pescato locale dà vita a dei piatti capolavoro, ricchi di sapori insoliti e di bontà! Degustandoli si fa vera esperienza di cucina a “filiera corta”, che valorizza il pescato del giorno.
La palamita (il piccolo tonnetto dei nostri mari) nelle sue mani diventa un piatto piacevole e gustoso, sia nella panzanella, che nelle polpettine. Per non dire dei ravioli ripieni di cacciucco in acqua pazza di rana pescatrice. Un bel modo di proporre la potenza del cacciucco in modo nobile ed elegante, dando sempre spazio ai sapori inconfondibili del piatto dalle 5c! O dello sformatino a base di pesce sugarello combinato con i sapori della terra. E poi le immancabili acciughe fritte che guizzano nel palato, una dietro l’altra, rigorosamente accompagnate da piacevoli bollicine.
Lui ha l’arte di proporre pesci poveri in modo semplice ma raffinato e poi con abbinamenti di vino che sono una garanzia. Questa volta, sempre nel prestigioso e storico (sono ben cento gli anni) Bagno Marzocco lo farà con i vini Santa Margherita, in un giro di degustazione dall’Alto Adige, al Veneto, fino alla Sardegna. E chissà che alla fine, prima del consueto dessert, non tiri fuori una sorpresa. Del resto uno chef è sempre pronto a “buttare la pasta”.
Luca Lischi
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