Basterebbe già nominare nome e cognome: “pizza napoletana” per suscitare interesse. Se poi ad essa associ il nome di Giovanni Santarpia ecco che l’interesse va oltre la curiosità e si trasforma in “ci devo andare”, “merita assaggiarla”.
E quindi nasce il desiderio di provare il “piatto” più richiesto per eccellenza, che soddisfa palati di piccini e grandi. Santarpia, con il suo forno portatile al seguito, dal quel di Firenze, ha portato le sue inconfondibili pizze napoletane al Bagno Marzocco a Marina di Pietrasanta in una serata speciale accolto dall’amico e collega Michelangelo Rongo.
Una serata non solo per degustare di ottime pizze, accompagnate da bollicine di terra di toscana, ma anche per assistere alla loro realizzazione toccando da vicino la sua arte partenopea, “veloce e lenta”, senza avere furia di mangiare perché la furia non si addice a chi ricerca la qualità estrema e per di più se cotta in un piccolo forno sul mare.
Per chi è abituato alla “pizza finta” è sempre un’emozione vedere quella vera. È un po’ come il “Cacciucco finto” che in troppi propongono (anche nelle buste) e quello invece preparato da Michelangelo, nel mitico padellone.
Tutto è mangiabile ma qui non si tratta di alimentarsi e basta. Ma di provare emozioni e sensazioni di gusto diverse ed uniche. Ogni pizza di Giovanni Santarpia non è mai una fotocopia dell’altra. Gli ingredienti (rigorosamente di prima scelta) possono essere anche gli stessi ma il risultato finale sarà sempre quello di mettere in tavola una “pizza unica”, che lascerà il ricordo, proprio com’è successo qui in questa bella serata di “mare, pizza e bolle Leonia di Castello di Pomino”.
Il tutto infine accompagnato da musica dal vivo che in estate fa allegria e compagnia. Per quelli abituati alle pizze senza bordatura, ricordate che il bordo va mangiato, perché “l’ è dimorto bono”!
Luca Lischi